Messaggio per tutti

Questo “messaggio per tutti” è un documento abbastanza generale e va inviato a:
- ministri e sottosegretari del governo italiano (i recapiti li trovate qui)
- ministero della pubblica istruzione
- parlamentari (in particolare i componenti della settima commissione della camera e della settima commissione del senato)
- giornali nazionali e locali (come ad esempio il Corriere della sera o Repubblica)
- telegiornali e trasmissioni di “approfondimento”
- altri organi di informazione
- uffici scolastici regionali e provinciali (le email degli USP o CSA le trovate qui)

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Emergenza scuola:
perché rinunciare a docenti competenti?

Nei prossimi anni si profila nella scuola media e superiore una progressiva riduzione dei contratti a tempo determinato ossia delle supplenze assegnate dagli uffici scolastici provinciali e dai dirigenti scolastici. Si tratta, finalmente, della sospirata assunzione in ruolo dei numerosi docenti precari che da anni prestano il loro servizio con devozione e professionalità nella scuola italiana?

Tutt’altro.

Gran parte di questi docenti rischia, dopo un’intera vita dedicata all’insegnamento, di trovarsi sulla strada, priva di un’occupazione. Si tratta di un terribile paradosso o di uno scherzo del destino? Le assunzioni promesse dal governo non dovevano infatti proprio servire a sanare una situazione di precarietà divenuta ormai intollerabile, sia per questi docenti sia per i loro studenti? Purtroppo non è così; e la responsabilità principale di questo dramma è proprio del sindacato, il quale ormai da anni tutela, senza più alcuno scrupolo di coscienza, gli interessi del personale di ruolo a danno dei docenti a tempo determinato.

Ecco svelato l’enigma: nell’ultimo contratto nazionale, il sindacato è riuscito ad ottenere l’aumento della quota massima dei “passaggi di ruolo” dal 20 fino al 50%. Di che cosa si tratta? Ogni anno, prima delle nuove assunzioni e delle nomine a tempo determinato, il 50% dei posti disponibili viene assegnato in via definitiva a docenti già di ruolo in un’altra classe di concorso oppure, peggio ancora, provenienti da un altro grado di istruzione (ad esempio dalle scuole elementari). Si tratta spesso di persone che, non avendo quasi mai insegnato nella classe di concorso in cui passano di ruolo, hanno decisamente meno esperienza di qualsiasi abilitato presente nella graduatoria ad esaurimento. In sostanza: invece di assumere in ruolo un docente che da 20 anni insegna come precario storia e filosofia nei licei, il sindacato preferisce inserire al suo posto una maestra delle elementari. Nulla contro le maestre delle elementari, che costituiscono un pilastro fondamentale del nostro sistema educativo; ma crediamo che, per il bene degli studenti e per la qualità della scuola italiana, la scelta dovrebbe essere un’altra.

Una volta sfoltiti di questo 50%, i posti rimanenti, qualora non fossero erosi da trasferimenti o impiegati per sistemare docenti sovrannumerari, potrebbero essere utilizzati per le immissioni in ruolo. Ma, e questo è un altro scherzo del destino, neppure queste premiano direttamente i docenti precari. Infatti le assunzioni vengono equamente divise tra “graduatoria ad esaurimento” e “graduatoria di merito”. Che cos’è la “graduatoria di merito”? Si tratta della graduatoria del vecchio “concorso ordinario”, tenutosi nell’ormai lontano 1999. Di norma queste graduatorie avevano una durata massima triennale; ma in questo caso il governo è stato, con i candidati risultati allora idonei, estremamente generoso. Infatti continua ad assumere da questa graduatoria, alla quale appartengono molti abilitati che sino ad oggi non hanno fatto neppure un giorno di supplenza. Anche in questo caso, il sindacato e il governo preferiscono assumere una persona che ha passato ben nove anni fa un concorso teorico, che non prevedeva alcuna valutazione delle effettive capacità didattiche, piuttosto che docenti che sono risultati non solo vincitori di concorso (oppure hanno passato le selezioni e l’esame finale della SSIS) ma hanno anche nel frattempo accumulato diversi anni di esperienza tra i banchi di scuola, proprio insegnando quelle discipline per le quali verrebbero assunti. Ci chiediamo nuovamente: si tratta di una scelta che premia davvero il merito e la qualità? Quale azienda illuminata assumerebbe oggi, ad occhi chiusi, un candidato esaminato ben nove anni fa?

Riassumiamo con un piccolo esempio. Supponiamo che in una classe di concorso vi siano, ormai da qualche anno, 10 cattedre disponibili che normalmente venivano occupate con contratti a tempo determinato da docenti precari della graduatoria ad esaurimento. Bene, quest’anno 5 sarebbero definitivamente occupate da docenti già in ruolo, anche provenienti dalle scuole elementari; infine, supponendo che non ci siano trasferimenti, se i quattro posti rimanenti fossero tutti utilizzati per nuove immissioni in ruolo, cosa abbastanza improbabile, 2 finirebbero alla graduatoria ad esaurimento ed altri 2 alla graduatoria di merito. In sintesi: i veri docenti precari, quelli cioè che ogni anno si presentano alle “chiamate” dell’ufficio scolastico provinciale e quelli che lavorano attraverso le supplenze assegnate dai presidi, vedrebbero ridotti i loro posti da 10 a 2. Qualora non vi fossero, invece, nuove immissioni in ruolo, almeno 5 posti rimarrebbero disponibili per le supplenze; ma l'anno seguente, il 50% di questi verrebbe comunque occupato da nuovi passaggi di ruolo. Così, anno dopo anno, saranno erosi tutti i nostri posti. Detto in altri termini: quasi l’80% dei docenti precari che da anni lavora nella scuola superiore si troverà improvvisamente senza lavoro.

E’ vero, il precariato nel giro di qualche anno sparirà; ma solo perché l’80% dei veri precari sarà presto disoccupato. Non parliamo, poi, di coloro che occupano posizioni più basse all’interno della graduatoria ad esaurimento; costoro dovrebbero fare subito, già da oggi, armi e bagagli. Non si tratterà, è chiaro, soltanto di una innegabile emergenza sociale per molti lavoratori e lavoratrici, ai quali i sindacati hanno negato sinora qualsiasi diritto, ma anche di una vera e propria emergenza educativa. La scuola italiana sarà privata, infatti, di docenti divenuti con il passare del tempo competenti ed esperti, a vantaggio di soggetti le cui reali competenze didattiche e disciplinari non sono state oggetto, almeno recentemente, di verifica.

Di questa situazione vergognosa uno dei maggiori responsabili è proprio chi avrebbe dovuto farsi carico di tutelare i diritti e gli interessi dei lavoratori della scuola, ossia il sindacato. Invitiamo perciò tutti i soggetti del mondo scolastico e tutti coloro che hanno davvero a cuore la qualità del nostro sistema educativo a battersi sin da oggi:

1) perché le nuove immissioni in ruolo siano destinate soltanto ai veri precari, cioè a coloro che da anni prestano con competenza e professionalità il loro servizio a tempo determinato nella scuola italiana, secondo l’ordine stabilito nelle graduatorie ad esaurimento (ex graduatorie permanenti); 2) perché vengano bloccati immediatamente i passaggi di ruolo e cessino le assunzioni dalle graduatorie di merito, almeno finché non verranno assunti tutti i veri precari; 3) perché vengano garantiti pari diritti tra lavoratori precari e personale di ruolo (chi svolge lo stesso identico lavoro ha diritto al medesimo stipendio, ai medesimi scatti di anzianità, al medesimo pagamento delle vacanze estive; anche questo è un tema rispetto al quale il sindacato, sino a poco tempo fa, ha dimostrati una scarsa sensibilità, preferendo difendere gli interessi esclusivi del personale di ruolo).

Invitiamo tutti i docenti precari e tutti gli abilitati inseriti nelle graduatorie ad esaurimento e nelle graduatorie di istituto ad esercitare una forte pressione sui sindacati e sul governo, nonché a diffondere questo messaggio a tutti i colleghi, prima di essere sterminati dal punto di vista lavorativo, a causa della silente condiscendenza dei nostri sindacati. Ci appelliamo, inoltre, al nuovo governo ed in particolare al nuovo Ministro della Pubblica Istruzione, perché prenda in seria considerazione le nostre richieste e le nostre perplessità, saltando anche, nel caso fosse necessario, l’intermediazione della rappresentanza sindacale che ha rivelato sinora tutta la sua pesante inadeguatezza nella difesa dei lavoratori più deboli e più esposti.

Se queste norme non verranno modificate immediatamente, infatti, nel giro di due anni quasi l’80% di noi sarà definitivamente espulso dal sistema scolastico, con grave danno non solo per la nostra esistenza, ma anche per la qualità e la professionalità della scuola italiana.