Messaggio per presidi, studenti e genitori

Questo “messaggio per i presidi, gli studenti e genitori” è una lettera da inviare ai dirigenti scolastici di tutti gli istituti, in particolare della scuola superiore, nonché a tutti i rappresentanti dei genitori e degli studenti. Cominciate da quelli presso i quali avete svolto in questi anni il vostro servizio. E’ necessario ottenere anche il loro importante appoggio.

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Alla cortese attenzione di tutti i Dirigenti Scolastici

e dei rappresentati dei genitori e degli studenti

Come garantire davvero la qualità della scuola italiana?

Nei prossimi anni si profila un grosso cambiamento nella composizione del personale della scuola media e superiore italiana, con una progressiva riduzione dei contratti a tempo determinato ossia delle supplenze assegnate dagli uffici scolastici provinciali e dai dirigenti scolastici. Si tratta, finalmente, dell’assunzione in ruolo dei numerosi docenti precari che da anni prestano il loro servizio con devozione, attenzione e professionalità nella scuola italiana?

Tutt’altro. Gran parte di questi docenti rischia, dopo un’intera vita dedicata all’insegnamento, di trovarsi sulla strada, priva di un’occupazione. Ma le assunzioni non dovevano proprio servire a sanare una situazione di precarietà divenuta ormai intollerabile, sia per questi docenti, sia per le scuole che li ospitano, sia, soprattutto, per i loro studenti? Purtroppo non è così. Per quali ragioni?

Nell’ultimo contratto nazionale, la quota massima dei “passaggi di ruolo” è stata elevata, su richiesta dei sindacati, dal 20 fino al 50%. Ogni anno, prima delle nuove assunzioni e delle nomine a tempo determinato, il 50% dei posti disponibili viene assegnato in via definitiva a docenti già in ruolo in un’altra classe di concorso oppure provenienti da un altro grado di istruzione (ad esempio dalle scuole elementari). Questo non può che destare una profonda preoccupazione in chi abbia a cuore davvero la qualità del sistema scolastico italiano. Si tratta infatti spesso di persone che non hanno mai insegnato le discipline per le quali passano di ruolo; quindi la loro esperienza, le loro conoscenze e competenze didattiche risultano decisamente inferiori rispetto a quelle degli attuali docenti precari. La situazione che si profila è davvero paradossale: invece di assumere in ruolo un docente che da 20 anni insegna come precario storia e filosofia nei licei, si preferisce inserire al suo posto una maestra delle elementari. Nulla contro la professionalità delle maestre elementari, che costituiscono un pilastro fondamentale del nostro sistema educativo; crediamo però che, per il bene degli studenti e per la qualità della scuola italiana, la loro collocazione dovrebbe essere un’altra.

Una volta sfoltiti di questo 50%, i posti rimanenti, potrebbero essere utilizzati per le nuove immissioni in ruolo. Ma, e questo è un altro scherzo del destino, neppure queste premiano direttamente i docenti precari, che da anni voi vedete nelle vostre scuole. Infatti le assunzioni vengono equamente divise tra “graduatoria ad esaurimento” e “graduatoria di merito”, ossia la graduatoria del vecchio “concorso ordinario”, tenutosi nell’ormai lontano 1999. Di norma questa graduatoria aveva una durata massima triennale; ma in questo caso il governo è stato, con i candidati risultati allora idonei, estremamente generoso. Infatti continua ad assumere da questa graduatoria, alla quale appartengono spesso abilitati che sino ad oggi non hanno fatto neppure un giorno di supplenza. Si preferisce perciò assumere una persona che ha passato ben nove anni fa un concorso meramente teorico, che non prevedeva alcuna valutazione delle effettive capacità didattiche, piuttosto che docenti che sono risultati non solo vincitori di concorso (oppure hanno passato le selezioni e l’esame finale della SSIS) ma hanno anche nel frattempo accumulato diversi anni di esperienza tra i banchi di scuola, proprio insegnando quelle discipline per le quali verrebbero assunti. Ci chiediamo: si tratta di una scelta che premia davvero la qualità? Quale azienda assumerebbe oggi, ad occhi chiusi, un candidato esaminato ben nove anni fa?

Riassumiamo con un piccolo esempio. Supponiamo che nella vostra scuola ci siano 10 cattedre che venivano sinora occupate con contratti a tempo determinato da docenti precari della graduatoria ad esaurimento. Bene, quest’anno 5 sarebbero definitivamente occupate da docenti già in ruolo in un’altra classe di concorso oppure provenienti dalle scuole elementari; infine, supponendo che i quattro posti rimanenti siano tutti utilizzati per nuove immissioni in ruolo, 2 finirebbero alla graduatoria di merito ed altri 2 alla graduatoria ad esaurimento. In sintesi: i veri docenti precari, quelli cioè che ogni anno si presentano alle “chiamate” dell’ufficio scolastico provinciale e quelli che lavorano attraverso le supplenze assegnate dai vostri istituti, vedrebbero ridotti i loro posti da 10 a 2. Nel giro di qualche anno quasi l’80% dei supplenti che da anni lavora nella scuola superiore si troverebbe improvvisamente senza lavoro.

Non si tratta, è chiaro, soltanto di una innegabile emergenza sociale per molti lavoratori e lavoratrici, ai quali è stato negato qualsiasi diritto, ma anche di una vera e propria emergenza educativa. La scuola italiana sarà privata, infatti, di docenti divenuti ormai competenti ed esperti, a vantaggio di soggetti le cui reali competenze didattiche e disciplinari non sono state oggetto, almeno recentemente, di verifica.

Siamo convinti di trovare in voi, Dirigenti scolastici, degli interlocutori seri ed attenti. Conosciamo la vostra passione per l’istituto che guidate, e voi avete avuto modo di conoscere, in questi anni, la nostra professionalità; sapete quanto ci stanno a cuore i nostri studenti; spesso ci avete ringraziati per la freschezza e l’energia che abbiamo saputo portare all’interno della vostra scuola.
Dopo questa lunga collaborazione, oggi ci troviamo, è inutile negarlo, in una situazione estremamente difficile; abbiamo scelto, quindi, di chiedervi aiuto.

Al momento voi non avete alcun potere nella definizione del personale docente, che viene determinato dall’alto, seguendo criteri stabiliti a livello nazionale; ma senza dubbio potete appoggiare la nostra richiesta di modificare tali criteri, se ritenete che questi non garantiscano a voi e ai vostri studenti la selezione di personale altamente qualificato e preparato.

Le nostre richieste sono abbastanza semplici: il blocco o la riduzione drastica dei passaggi di ruolo e delle assunzioni dalla graduatoria di merito. Siamo convinti che tutti i posti disponibili debbano essere riservati a chi già da tempo insegna come supplente, ossia agli abilitati iscritti nella graduatoria ad esaurimento (ex graduatoria permanente). Ciò che ci muove non è soltanto la paura di perdere il nostro posto di lavoro, al quale abbiamo dedicato gran parte della nostra vita, ma il timore sincero che la scuola subisca nei prossimi anni una forte perdita in termini di professionalità e qualità.
Vi chiediamo, perciò, di appoggiare queste richieste, con la vostra autorevole presenza, presso le sedi istituzionali alle quali avete accesso.

Ci rivolgiamo, inoltre, alle associazioni dei genitori e degli studenti, nonché ai loro rappresentanti nei diversi istituti presso i quali abbiamo prestato il nostro servizio, perché siamo convinti che tutti loro desiderino incontrare nel cammino scolastico docenti preparati, esperti e competenti. La nostra professionalità l’avete ormai testata negli anni; siamo quindi conviti di avere anche il vostro importante appoggio e la vostra solidarietà, che potrete manifestare, ad esempio, scrivendo direttamente al ministro della pubblica istruzione e alle altre autorità competenti per appoggiare le nostre richieste. Ne va della qualità della formazione vostra e dei vostri figli.

Ringraziandovi per l’interesse dimostrato ed augurandoci di poter ancora lavorare per voi, vi salutiamo cordialmente.


I docenti precari del vostro istituto